La coronarografia è un esame diagnostico che viene eseguito per valutare la salute delle arterie coronarie, che forniscono sangue al cuore. Viene eseguito quando si sospetta la presenza di problemi cardiaci, che esordiscono con la sintomatologia dolorosa, chiamata angina, o addirittura con l’infarto.
Durante la coronarografia un medico emodinamista (cardiologo interventista) inserisce un catetere attraverso l’arteria nel braccio (arteria radiale) o nella gamba (arteria femorale) e lo guida fino al bulbo aortico, da dove originano le arterie coronariche. Dopo l’adeguato posizionamento del catatere all’origine della coronaria, viene iniettato il mezzo di contrasto che permette di visualizzare le coronarie, utilizzando i raggi X emessi dall’angiografo. Coronarografia è null’altro che lumengrafia, visualizzazione dl lume del vaso coronarico.
L’obiettivo della coronarografia è quello di individuare eventuali ostruzioni o restringimenti delle arterie coronarie, condizionanti il ridotto afflusso dell’ossigeno al muscolo cardiaco (ischemia), che può manifestarsi con dolore toracico da sforzo e/o a riposo (angina) o dolore retrosternale oppressivo spontaneo prolungato, come durante un’infarto (occlusione trombotica completa delle coronarie).
Una volta individuata l’ostruzione (stenosi), l’emodinamista decide di eseguire un intervento di angioplastica coronarica con o senza impianto di una retina mettalica (stent), per ripristinare il flusso fisiologico nelle coronarie, togliendo il disturbo di presentazione.
La coronarografia è un esame sicuro e ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti. Tuttavia, come per qualsiasi procedura medica interventistica, ci sono alcuni rischi associati. Le complicazioni più frequenti sono ematomi locali (< 5 % dei casi) in sede di accesso. Il medico discuterà con il paziente i rischi e benefici dell’esame prima di eseguirlo.